La bocca di leone è una pianta erbacea perenne considerata annuale nei paesi affacciati sul Mediterraneo, che in Italia è una specie rustica e resiste a temperature leggermente inferiori allo zero ma di solito viene coltivata sempre come annuale poiché si sviluppa velocemente ma ha una vita breve.

Il fusto della bocca di leone è carnoso, può arrivare a 100 – 120 cm di altezza, ha foglie lanceolate color verde scuro, ha fiori tubolari con due labelli che si aprono premendo il fiore ai suoi lati e che sbocciano su lunghe spighe, per cui la forma che si ottiene ricorda la bocca di un leone o di un drago; è presente in vari colori, dal giallo, al rosso, al rosa, alle varietà bicolori e screziate; i suoi fiori lasciano il posto a baccelli legnosi contenenti semi fertili, che possono essere mantenuti più abbondanti se si eliminano i fiori appassiti, cimando le piante giovani per avere una crescita compatta.

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Il nome scientifico della bocca di leone è “antirrhinum”, mentre altri nomi popolari sono erba strega, fior del capriccio, lino dei muri; è originaria del nord Africa e dell’Europa meridionale; si adatta facilmente a diverse condizioni di esposizione e di suolo, è comune nei giardini e nei terrazzi, può fiorire da marzo ai primi freddi se viene pulita regolarmente; si può inserire in miscugli di semi per praterie fiorite o far entrare in un’area rocciosa o decorare dei vasi su un terrazzo o su un balcone.

Esistono circa quaranta specie di bocca di leone, in Italia se ne coltivano però solo le specie “maius” e raramente l’esaurina e glutinosum; da sempre viene utilizzata per creare varietà ed ibridi differenti per colore, portamento, dimensioni.

Esistono tre categorie di bocca di leone attualmente, quella nana che arriva a 30 cm, quella media che va dai 30 ai 70 cm, quella alta che va dai 70 ai 120 cm.

E’ una pianta vivace, mediamente rustica, che può sopportare temperature minime pari a massimo -5° C, pertanto è perenne nel centro-sud d’Italia, annuale o biennale nel nord d’Italia.